Polipectomia a Palermo
Cos'è il tumore del tratto gastroenterico?
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il tumore del colon e del retto è il terzo più comune al mondo, con circa 1,9 milioni di nuovi casi diagnosticati nel 2020. In Italia, nel 2020 sono stati stimati circa 49.400 nuovi casi di tumore del colon e del retto, con un’incidenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine.
Il tumore dello stomaco è il quinto tumore più comune al mondo, con circa 1,1 milioni di nuovi casi diagnosticati nel 2020. In Italia, nel 2020 sono stati stimati circa 10.500 nuovi casi di tumore dello stomaco, con un’incidenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine.
In generale, i fattori di rischio per lo sviluppo di questi tumori includono l’età avanzata, una storia familiare di tumori, una dieta poco salutare, l’obesità, il fumo di tabacco e l’assunzione di alcol. La prevenzione primaria di questi tumori può essere fatta agendo sui fattori di rischio modificabili, attraverso una dieta sana ed equilibrata, l’esercizio fisico regolare e la limitazione dell’assunzione di alcol e di sigarette. Per i fattori di
rischio non modificabili (familiarità ed età) la diagnosi precoce attraverso esami di screening regolari permette di eliminare le lesioni favorenti lo sviluppo del tumore. Ad esempio la rimozione di un polipo durante una colonscopia può ridurre significativamente il rischio di sviluppare un tumore del colon e del retto.
In generale, è importante effettuare regolarmente esami di screening per la rilevazione dei polipi e dei tumori del tratto gastroenterico, in particolare per le persone con una storia familiare di tumori gastrointestinali o per chi presenta fattori di rischio per lo sviluppo di queste patologie.
Cos'è un polipo del tratto gastroenterico?
Un polipo è una massa di tessuto che cresce sulla mucosa del tratto gastrointestinale, che comprende l’esofago, lo stomaco, l’intestino tenue e l’intestino crasso (colon e retto). I polipi possono variare in dimensioni e forme. Vengono classificati per la loro forma in due grandi insiemi, polipi sessili o piatti e polipi peduncolati ovvero con un gambo sottile che si attacca alla superficie del tessuto.
La maggior parte dei polipi gastrointestinali sono asintomatici, ma talvolta possono causare un sanguinamento o, raramente, l’ostruzione del transito intestinale. Inoltre, i polipi del colon possono evolvere in tumori maligni nel corso del tempo, quindi è importante rimuoverli.
Generalmente si sviluppano lentamente nel corso degli anni, e la loro causa esatta non è nota. Tuttavia, ci sono alcuni fattori di rischio noti che possono aumentare le probabilità di sviluppare polipi gastrointestinali, tra cui l’età avanzata, una storia familiare di polipi o tumori gastrointestinali, una dieta poco salutare, il fumo di tabacco e l’alcool.
Non tutti i polipi diventano tumori, quelli che possono trasformarsi in tumori maligni sono chiamati polipi adenomatosi e vengono classificati in base al grado di displasia presente, vale la regola per cui più è alto il grado di displasia maggiore è il rischio di evoluzione tumorale.
La maggior parte dei polipi del tratto gastrointestinale possono essere rilevati attraverso esami di screening, come la colonscopia e la gastroscopia, la rimozione precoce dei polipi è l’arma che ha permesso negli ultimi anni la prevenzione dei tumori maligni e ne ha migliorato la prognosi.

Giacomo Lo Secco
Medico Chirurgo a Palermo
Specialista in Chirurgia Generale ed Endoscopia Digestiva
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Non esiste una risposta precisa alla domanda su quanto tempo ci mette un polipo a trasformarsi in tumore, in quanto dipende da vari fattori come le dimensioni, la posizione e il tipo di polipo (es. grado di displasia).
Tuttavia, i polipi possono richiedere anni o decenni per trasformarsi in tumori, e la rimozione precoce dei polipi può ridurre significativamente il rischio di sviluppare un cancro del colon o del retto. È importante sottoporsi regolarmente a controlli medici e screening del cancro del colon e del retto per individuare eventuali polipi in fase precoce e trattarli tempestivamente.
La polipectomia è una procedura endoscopica che permette di rimuovere i polipi dall’esofago, dallo stomaco, dal duodeno, dal colon e dal retto utilizzando un endoscopio e dello strumentario dedicato. Un endoscopio è un tubo sottile e flessibile con una videocamera all’estremità che viene inserito nell’ano del paziente e utilizzato per visualizzare l’interno del colon e del retto. Durante la procedura, il medico utilizza pinze speciali ed anse elettrificabili che passano all’interno dell’endoscopio e permettono la rimozione dei polipi.
La durata dell’intervento di polipectomia dipende dalle dimensioni e dalla posizione del polipo. In genere, la procedura dura da pochi minuti a qualche ora.
Dopo una polipectomia, è importante evitare di fare sforzi eccessivi per almeno 24 ore. Inoltre, è consigliabile evitare di mangiare cibi solidi per qualche ora e di bere solo liquidi leggeri fino a quando il medico non dà il permesso di riprendere la normale dieta. In caso di sanguinamento, crampi addominali o febbre dopo la procedura, è importante contattare immediatamente il medico.
L’endoscopic submucosal resection (ESD) e l’endoscopic mucosal resection (EMR) sono due tecniche di endoscopia avanzata utilizzate per rimuovere lesioni benigne, precancerose e nelle prime fasi di trasformazione tumorale del tratto gastrointestinale, compresi i polipi.
L’EMR è stata la prima tecnica sviluppata e viene utilizzata principalmente per rimuovere lesioni superficiali del tratto gastrointestinale. Durante la procedura, il medico utilizza un endoscopio flessibile per ispezionare la superficie interna del tratto gastrointestinale e individuare la lesione. Successivamente, una soluzione salina viene iniettata nello strato sottomucoso per sollevare la lesione dagli strati profondi della parete dell’intestino. Infine, la lesione viene rimossa utilizzando un’ansa.
L’ESD è una tecnica più avanzata che viene utilizzata per rimuovere lesioni di dimensioni maggiori o lesioni che si estendono in profondità nell’epitelio del tratto gastrointestinale. Durante l’ESD, il medico utilizza un ago endoscopico per sollevare la lesione dagli strati profondi della parete dell’intestino e successivamente utilizza uno strumento a filo con un elettrodo per rimuovere la lesione strato per strato. La procedura richiede una maggiore competenza tecnica e può richiedere più tempo rispetto all’EMR.
Entrambe le tecniche sono eseguite in anestesia generale o in sedazione leggera. Inoltre, possono essere richiesti esami di imaging come l’ecografia o la tomografia computerizzata per valutare la profondità e l’estensione della lesione.
L’EMR e l’ESD sono utilizzati principalmente per la rimozione di lesioni precancerose e benigne del tratto gastrointestinale. Tuttavia, l’ESD può anche essere utilizzato per rimuovere lesioni maligne in stadi precoci. L’obiettivo principale di queste tecniche è quello di prevenire la progressione delle lesioni precancerose in lesioni maligne, riducendo così il rischio di sviluppare il cancro del tratto gastrointestinale.
Entrambe le tecniche hanno dimostrato di avere un alto tasso di successo nella rimozione di lesioni benigne e precancerose del tratto gastrointestinale. In particolare, l’ESD ha dimostrato di essere efficace nella rimozione di lesioni di grandi dimensioni e di lesioni che si estendono in profondità nell’epitelio del tratto gastrointestinale. Tuttavia, la procedura può essere più complessa e richiedere un maggior tempo operatorio rispetto all’EMR. Inoltre, l’ESD è associato a un maggior rischio di complicanze rispetto all’EMR come l’emorragia, la perforazione della parete del tratto gastrointestinale e il restringimento del lume nella fase di cicatrizzazione. Tuttavia, il rischio di complicazioni dipende dalla dimensione e dalla posizione della lesione e dall’esperienza del medico che esegue la procedura ed è sempre bilanciato al beneficio atteso.
È importante notare che entrambe le tecniche richiedono una valutazione accurata della lesione prima della procedura. Il medico deve determinare la dimensione e la posizione della lesione e valutare il rischio di complicanze. In alcuni casi, può essere necessario eseguire una biopsia della lesione per confermarne la natura benigna o maligna.
In conclusione, l’EMR e l’ESD sono due tecniche avanzate di endoscopia utilizzate per rimuovere lesioni benigne, precancerose e tumorali del tratto gastrointestinale. Entrambe le tecniche hanno dimostrato di essere efficaci nella rimozione di lesioni superficiali del tratto gastrointestinale, ma l’ESD è preferibile per lesioni di grandi dimensioni e lesioni che si estendono in profondità nell’epitelio. Tuttavia, l’ESD è associata a un maggior rischio di complicazioni rispetto all’EMR e richiede maggiori competenze tecniche. La scelta della tecnica dipende dalle caratteristiche della lesione e dall’esperienza del medico che esegue la procedura. In ogni caso, è importante sottoporsi a una valutazione accurata della lesione prima della procedura e seguire le istruzioni del medico per ridurre al minimo il rischio di complicanze.